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L’ Aloe la pianta del miracolo.. un po’ di storia in queste righe

L’Aloe Vera è una pianta molto antica, conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche e nessuno può affermare con certezza da quanto tempo sia considerata una pianta medicinale. Uno dei primi esempi d’uso farmacologico dell’Aloe Vera è riportato inciso su una tavoletta d’argilla sumerica che risale al 2100 a.C. ritrovata a Nippur nei pressi di Bagdad.
Nella cultura Assiro-Babilonese, da numerose testimonianze, è certo che il succo dell’Aloe Vera (chiamato Sibaru o Siburo) era utilizzato da chi aveva problemi digestivi.
Quale sia la verità riguardo al primo uso documentato, non c’è assolutamente alcun dubbio, poiché è riportato dalle cronache, sul fatto che l’Aloe Vera abbia svolto un ruolo di primaria importanza nella farmacologia di molte antiche civiltà. Esistono prove inconfutabili dell’uso dell’aloe come agente terapeutico in qualsiasi luogo della terra, dall’Europa meridionale al Medio Oriente, dal Nord Africa all’Asia, dall’Estremo oriente alle Americhe. Nel 1862 per primo George Ebers scoprì su di un papiro egiziano, risalente al 1500 avanti Cristo, uno dei resoconti più dettagliati di quanto fosse già nota fin dall’antichità l’Aloe Vera. Erano documentate una serie di formule per l’uso dell’Aloe Vera (miscelata ad altri prodotti naturali) e sono elencate le innumerevoli proprietà di questa pianta nella cura di vari disturbi sia interni sia esterni.
Nell’antico Egitto chiamavano l’Aloe Vera la pianta dell’immortalità e esistono raffigurazioni di tale pianta sui muri dei templi che risalgono al 4000 a.C. Era utilizzata tra le sostanze per l’imbalsamazione nei riti di inumazione dei Faraoni ed era molto coltivata per uso terapeutico. Ancora oggi in Egitto, l’Aloe Vera piantata davanti alla porta di casa è considerato un modo per assicurarsi una lunga vita e felicità.
Ne parla Ippocrate (460-337 a.C.) nei suoi innumerevoli libri di medicina elogiandone le sue proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche. Ne parla Discoride (20-70 d.C.) nel “De materia medica” elencando le proprietà dell’Aloe Vera cicatrizzanti, antinfiammatorie e per le infezioni cutanee.
Una nota su un papiro vecchio di 3500 anni descrive in geroglifici il valore medicinale dell’Aloe Vera. 2000 anni fa il medico Dioscoride spiegò gli effetti terapeutici dell’aloe nei casi di colpo di sole e ustioni. Egli raccomandava l’Aloe Vera per la cura della pelle, dei capelli e differenziava chiaramente le due secrezioni dell’aloe:
– il succo amaro e giallastro estratto dall’epidermide verde, la superficie della foglia, – il gel estratto dall’interno della foglia.
Pare che le due celebri regine Cleopatra e Nefertiti due delle regine egizie più famose, rinomate per la loro bellezza, usassero fare i bagni immerse nel succo di Aloe Vera, miscelato con latte di capra. Una delle possibili cause della morte di Cleopatra sarebbe stato l’elevato contenuto in piombo dei suoi cosmetici, magari utilizzando solo prodotti a base d’Aloe Vera sarebbe stata bella anche in età avanzata!
Intorno al 600 a.C. l’Aloe Vera raggiunse la Persia e l’India introdotta dai mercanti arabi e, ancora oggi, le tribù beduine e i guerrieri Tuareg del Sahara conoscono questa pianta come giglio del deserto. Intorno al 500 a.C. l’isola di Socotra (vicino al corno d’Africa) sviluppò la reputazione di gran produttrice di Aloe e una leggenda narra che Alessandro Magno conquistò l’isola per assicurarsi una continua fornitura di aloe per curare le ferite dei propri soldati. Tuttavia, per il primo reale riferimento all’uso farmacologico, dobbiamo affidarci all’Erbario di Dioscoride (41-68 d.C.), medico greco che sviluppò la propria abilità e le proprie conoscenze al seguito dell’esercito romano di quel tempo.
Egli scrisse ciò che probabilmente è la prima descrizione dettagliata dell’Aloe Vera, notando che il contenuto delle foglie poteva essere impiegato per la cura dei foruncoli e delle emorroidi, per irritazioni al prepuzio, per ammorbidire la pelle secca, per irritazioni alle tonsille, alle gengive e alla gola, per le contusioni e per fermare le emorragie. Anche la Bibbia la cita nel vangelo di Giovanni (19,39), si narra di come Nicodemo tentò di curare le ferite di Gesù – una volta deposto dalla croce – con una mistura di mirra ed Aloe Vera(Aloe Vera e Cassia quasi cento libbre olezzano le tue vesti” Salmi, cap. 45, vers. 9).. L’apostolo Tommaso si fece mandare la pianta dall’India e la fece conoscere al mondo.

Anche nella cultura orientale l’uso dell’Aloe Vera è molto antico: la medicina tibetana e quella Ayurvedica la usano tutt’oggi per i loro preparati. Si racconta che l’Aloe Vera ristabilisca l’equilibrio tra i tre Doshas (Kafa, Vata e Pitta) ed è grazie alla medicina ayurvedica che le preziose conoscenze dei suoi effetti sono arrivati fino a noi. I Greci, i Romani e i Fenici hanno lasciato innumerevoli consigli sugli effetti preventivi e curativi di questa pianta e, più tardi, Marco Polo, durante i suoi viaggi in India e in Cina, trovò delle grandi distese di aloe vera e imparò ad usarla dalla medicina orientale.
Alessandro il Grande: si racconta che a suo dire l’isola di Socotra non fu conquistata per ragioni di strategia militare ma unicamente per fornire quantitativi sufficienti di foglie d’Aloe Vera alle proprie armate, durante le spedizioni militari.
Colombo: quattro piante sono indispensabili per l’uomo: il frumento, la vite, l’olivo e l’Aloe Vera. La prima nutre, la seconda rallegra, la terza dà armonia e la quarta dà salute.
Dopo la scoperta dell’America cinque secoli fa, Christobal Colon (Cristoforo Colombo) portò questo messaggio al suo re. Quest’uomo che entrò nella storia col nome di Colombo esploratore del Nuovo Mondo, curava le ferite del suo equipaggio con l’aiuto delle foglie d’Aloe Vera importate dalla Spagna. Più tardi schiavi africani importarono piante intere d’Aloe Vera in America. Queste piante furono coltivate dagli schiavi e dagli altri immigrati nel Nuovo Mondo e grazie al suo valore medicinale l’Aloe Vera guadagnò un’importanza crescente
Gli indiani d’America la consideravano come un guaritore muto e per fare i trattamenti con le sostanze ricavate dall’Aloe Vera si basavano sui cicli lunari. Per amplificarne l’effetto, ancora oggi, essi usano queste regole: se il corpo è affaticato e privo di energia (quando mancano certe sostanze), il succo deve essere assunto giornalmente dalla luna nuova al plenilunio. Se si desidera eliminare certe sostanze dal corpo (ulcere o una cura depurativa), il succo deve essere preso dal plenilunio alla luna nuova. Sono necessarie due settimane di interruzione prima di riprendere il trattamento.Nel medio Evo e nel Rinascimento l’uso medicinale dell’Aloe Vera si diffuse in tutto il mondo, soprattutto nelle regioni settentrionali d’Europa, ma poiché essa prosperava solo in climi molto caldi, non fu apprezzata dai popoli nordeuropei, sebbene crescesse in abbondanza in Spagna, Portogallo ed Italia, dove era tenuta, in ogni caso, in gran considerazione. Le conoscenze sulla “pianta miracolosa” sono state tramandate di generazione in generazione e dove essa cresceva spontaneamente, era venerata per le sue proprietà medicinali e per i suoi apparentemente poteri magici di guarigioni. L’Aloe Vera è stata conosciuta attraverso i millenni ed è passata alla storia nelle culture e civiltà più diverse come pianta del mito e della magia, servendo anche come pianta medicinale, ma senza un adeguato apporto scientifico. Il suo utilizzo a scopo terapeutico è stato descritto da diversi naturalisti e medici dal II secolo d.C. fino al XVII sec., sebbene le analisi chimiche su materiale organico fossero virtualmente sconosciute fino al XIX sec.
Si racconta che nelle Filippine la utilizzano col latte per le infezione renali.
In EUROPA i primi studi scientifici sull’Aloe Vera iniziarono intorno al 1850 per opera di due inglesi ma fecero un grosso balzo in avanti solo nel 1930 grazie ad approfonditi studi russi ed americani. Ma è solo nel 1940 e successivamente nel 1959, quando il Ministero della sanità americano dichiarò ufficialmente le capacità curative di questa pianta nel caso di ustioni. Da allora gli studi sull’Aloe sono molto attivi in tutto il mondo.
Spesso chiamata la “Pianta del Miracolo” oppure il “Guaritore Naturale”, l’ Aloe Vera è una pianta dalle infinite sorprese.
L’Aloe Vera è una pianta d’origine africana che predilige i climi caldi e secchi, e molti persone la scambiano per un cactus, ma, in realtà, appartiene alla famiglia del giglio. Sopravvive dove altre piante appassirebbero e morirebbero potendo chiudere i suoi pori per impedirne la perdita di umidità.
Ci sono oltre 200 varietà di Aloe, ma solo l’Aloe Barbadensis Miller (Aloe Vera) è la pianta che ha la maggior utilità per l’uomo grazie alle sue proprietà terapeutiche.
I suoi vantaggi terapeutici e le sue proprietà salutari sopravvivono da più di 5000 anni.
Conosciuti da sempre, ma da parecchio tempo ormai lasciati nel dimenticatoio, gli effetti terapeutici dell’aloe rivivono oggi un’autentica rinascita.
Oggigiorno, nonostante che le medicine chimiche possano essere efficaci per curarsi, il loro uso prolungato può portare a complesse interazioni con altre sostanze e farmaci e possono causare degli effetti collaterali terribili per il paziente. Di conseguenza, molti consumatori e scienziati stanno ritornando a prendere in considerazione le più tradizionali e naturali terapie che per molto tempo sono state ignorate.
Di conseguenza, l’Aloe Vera ancora una volta sta attirando l’attenzione perché da questa pianta si possono avere molti benefici per la salute e per lo stile di vita.

fonte: http://www.oltrelinfinito.it/index.php?option=com_content&task=view&id=30&Itemid=38